Mi sembra di non riuscire più a comunicare, e di non averne più neanche troppa voglia.
Continuo a contare i giorni e a guardare l'agendina dell'anno scorso, perché è passato esattamente un anno da quando ho scoperto di essere malata, o meglio per il momento è passato esattamente un anno da quando è cominciato l'attacco che mi ha fatto scoprire di esserlo.
Giorni che rivivo e ricordo la paura che da quel momento si è solo trasformata, e questa gamba che da ieri dà fastidio mi allarma più del dovuto, perché trovare coincidenze e pseudodisegni astrali mi è sempre piaciuto fin troppo, e sarebbe un tremendo scherzo del destino ritrovarmi esattamente dopo un anno a stare male.
In questi mesi, ma soprattutto in queste ultime settimane, sono cambiata tanto, ho fatto tante cose, come per esempio l'insegnante per davvero, con due classi difficili e una scuola dove non ti danno nulla, neanche i libri di testo per supporto alle lezioni. E stare in classe non credevo fosse così difficile e così semplice ad un tempo.
Poi sono uscita da sola, per brevi, troppo brevi, tratti, ma da sola, con le mie gambe traballanti e il mio cuore in tumulto.
E ho riflettuto tanto, troppo, sulle cose ma soprattutto sulle persone, e sul mio modo di relazionarmi alle persone, sbagliato, al volte malato, perché ne ho troppo bisogno.
Mi vanto di riuscire a stare da sola, e questo è vero, se consideriamo la mia capacità di starmene per i fatti miei intere giornate piene di tutti i miei interessi, i miei silenzi, e le mie canzoni, le parole scritte e ascoltate, le immagini, i profumi e i sapori, ma il mio bisogno degli altri è sempre troppo, come se mi servisse sempre qualcuno che mi guarda per poter esistere, come se non riuscissi ad esistere per me, per il semplice fatto per cui il verbo essere può anche darsi come transitivo.
Non mi do grande importanza, oltre quella assoluta e malata che impongo nel mio rapporto col tu.
Non mi do l'importanza giusta, ecco.
Non so amare e non mi so amare, semplicemente.
Non c'è bisogno, detto questo, di aggiungere molto altro.