Archivi del mese: gennaio 2008

Qual è il tuo colore preferito?

Che poi io queste domande qui io le prendo sul serio eh?
Nel senso che ci penso da stamattina. Con picchi di maggiore e minore intensità ci penso.
Ovviamente senza saper dare una risposta.
Che io sono una tipa colorata, ma anche bianco e nero spesso.
Così su due piedi che direi, boh?

Rosso, rosso è il colore dei mieie capelli, della mia testa, dei miei ideali, delle mei passioni, dei miei  interessi. Rosso è il colore del cinema, del teatro, del sangue che mi fa svenire, delle caramelle alla fragola o alla ciliegia che sono le mie preferite.

Blu, blu è il colore del mio spirito, delle mie riflessioni, delle canzoni di De Andrè e della sua meravigliosa voce, delle mie penne, ma mica sempre che ultimamente scrivo sempre col nero.

Nero è il colore del novantapercento dei miei vestiti, delle mie borse che altrimenti si sporcano troppo presto, del rimmel, del mio cellulare e dello smalto.

Viola, viola è il colore della mia malinconia, dei miei ricordi, delle mie lacrime, del mio smalto pure questo.

Rosa è il colore della mia infanzia, delle Barbie, della cartella, dei pastelli, dei mieie giocattoli, della mia innocenza.

Azzurro è il colore del Napoli, del mare, del cielo quando tira vento e si porta via le nuvole, del liceo che tutti ci sentivamo amici e non ci saremmo mai persi di vista, delle versioni di latino che quando le avevo tradotte tutte e le ricopiavo in bella copia ero così contenta, ma anche dei problemi di matematica, degli integrali, limiti, seno e coseno e della tangente e delle espressioni e della geometria, e del professore di goegrafia astronomica che è morto e io mi ricorderò semrpe il suo sorriso di quando entrava in aula e ci spiegava trante cose con semplicità e passione.

Bianco è il colore delle perle, del foglio di carta su cui posso scrivere, disegnare, dare sfogo a quello che ho dentro, bianca è la neve che da piccola riempiva il giardino e un anno ce ne fu talmente tanta che facemmo un pupazzo bellissimo io, mio fratello e il mio papà.

Giallo, il colore della cameretta della mia amica, che a me il giallo non piace ma a lei sì, e ricordo che da piccole ne potevamo discutere per ore.

Verde come la campagna dove andavamo a passeggiare e dove adesso mi riempio di bolle se solo un insetto si avvicina o tocco un pò di erba, e del reparto di psichiatria dove ho ricominciato a camminare.

Marrone come l’ombretto per gli occhi, come la malinconia, come il cioccolato, come la legna che brucia nel camino quando tutti sono andati a dormire e io rimango con lui a guardare il fuoco che si spegne quando andiamo a trovare i miei.

Grigio è il colore dei momenti di noia, dei brutti pensieri, di quella vocina che mi dice di farla finita che così non si soffre più, del fumo della sigaretta che vorrei fumare ma a cui non mi arrendo, no, che io non fumerò mai più.

Non c’è un solo colore che mi piace più degli altri.
Non c’è un colore con cui dipingerei il mondo.

Anche perchè la mia testa non va in una sola direzione, ma si perde in mille sfumature, e poi resto sempre qui a domandarmi chi sono io e a non sapermi dare una risposta.

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Post pseudoesistenziale in un blog pseudoesistenziale di una donnetta alla prese con le sue turbe psichiche

Il passato ha tutto il tempo del mondo.



E’ solo il futuro quello che finisce.

Edward St Aubyn
La famiglia Melrose


Questa cosa dovrei cercare di ricordarla un pò più spesso perchè forse il mio peggior difetto è proprio quello di vivere e rivivere il passato, di analizzarlo, scoprirvi le cause dei miei disagi, delle mie paure e frizzielazzi.
Vivere nel passato vuol dire lasciarsi scappare il momento presente, vuol dire riportarvi tutte le mie paure, le mie ansie, le mie angosce.
Vivo sempre come se il presente dovesse ancora arrivare, e in un attimo  è già passato, e allora sì che è bello star lì a covare tutti i rimpianti.
Ma vivere il passato non serve a nulla, non mi serve a costruire un emerito nulla!!!
Chè non è possibile che  27 anni a volte mi sembra di averne 5, a volte di averne 80.
Non c’è davanti a me più nessun mare di possibilità, no, ormai molta strada l’ho fatta, ma allo stesso tempo  non è già finita, posso ancora modificarlo il percorso. 
In fondo sentirsi vivi, vivere, non è che l’attimo, il momento di felicità o di tristezza, e non l’attesa o il ricordo di quest’ultimo.
E’ la giornata di Mr Bloom la vita, e in quell’attimo sei per te stesso, e sei solo tu l’unico in grado di farti questo regalo o di privartene.

Ok, allora adesso o fingo di credere a tutto questo papiello di frasi fatte che potrei benissimo spezzettare e regalare alla Perugina per farle inserire nell’involucro dei Baci, oppure mi guardo allo specchio, mi sistemo alla meglio e semplicemente la smetto di psicoanalizzarmi che tanto psicoanalista non sono, e se pure lo fossi non sarei nemmeno tanto brava, certo potrei andare da Costanzo insieme a Raffaele Morelli o acconciarmi i capelli come Maria Rita Parsi, ma alla fin fine è più divertente star qui a scrivere un blog inutile, oppure ad indossare delle meravigliose calze color verde salvia con rombi beige e arancioni!

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Doppio sogno

Cammino portando con me un peso immane.
Scendo giù per un dirupo cercando di non cadere e di non perdere le scarpe.
Poi risalgo e riscendo. E’ difficile portare con me un peso così grande.

E poi sono a tavola coi miei e con lui.
E un’angoscia, un’incomunicabilità, un nervoso serpeggiante.
E poi mamma ti mando finalmente a quel paese, ti dico finalmente tutte le cose che vorrei, tranne che ti voglio bene, che mi dispiace per te, che mi dispiace di non essere infelice quanto te, che in fondo non mi sembra giusto dover continuare  per     questo ad essere il più infelice possibile, che la mia infelicità non potrebbe in qualche modo diminuire la tua, che in fondo lo so che mi vuoi bene e che vorresti io fossi felice e realizzata, anche se non puoi fare a meno di odiarmi per questo.

E poi mi sveglio.

Ma questo sogno non è che la realtà.

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Cosechesuccedono

Mettiamo una donna che sta cucinando un piatto (250 grammi) di pasta mozzarella e spinaci per il suo uomo.
Mettiamo una donna che ha il pessimo vizio di lasciare aperte  le ante  dei mobili.
Mettiamo una donna che ha una pelle delicatiiiiissima e bianchiiiissima.

Mettiamo che tale donna deve sgocciolare gli spinaci tentando di non scottarsi e non farli cadere e di non calpestare il suo cane che sta sempre fra i piedi, soprattutto in cucina.

Tale donna guarda il piatto con un occhio e il cane con l’altro, si sposta verso il lavello, alza la fronte e prende in pieno l’anta del mobile della cucina lasciata aperta.

Tale donna domattina si sveglierà con un lungo livido blu, verticale, giusto in mezzo alla fronte.

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Qualcuno vuole morire

Due doverose premesse:

1- io sono l’essere più permaloso che conosca, e ci sono argomenti nei quali sono talmente suscettibile da farmi paura da sola.

2- c’è una cassiera al supermercato che frequento di solito che fa sempre gli occhi dolci al mio lui, ci sambia battute ecc, alle volte parla anche un pò con me, ma quando siamo insieme, per esempio, si rivolge quasi solo a lui.

ah, un’altra

3- io al supermercato guardo  a lungo e attentamente l’etichetta coi valori nutrizionali di quello che compro, non solo l’apporto calorico dei cibi, ma anche tutto il resto, e credo sia cosa alquanto saggia sapere di cosa mi nutro.

Ma veniamo a noi.

Oggi passiamo di volata io e lui al super.
Lui mi aspetta alla porta, io prendo un pacco di gallette di riso integrale, leggo l’etichetta e mi dirigo alla cassa col mio eurino già in mano.
Lei mi passa le gallette, mi dà la busta, prende l’euro e mi fa:
-stai a dieta? (a parte che stai è un’espressione bruttissima, ma sorvoliamo)
io la guardo con la mia tipica espressione omicida e rispondo:
no, mi piacciono le gallette.
 e vado via meditando di ucciderla.

Oh, lei non sa che è nella lista delle mie probabili vittime già da tempo, e adesso con questa battuta ha scavalcato parecchie postazioni!

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Ieri ho fatto un pò -molte- pulizie in camera da letto, in particolare ho disseppellito la scrivania dalla montagna di carte/libri/giornali che si accumulavano da settimane.
Dopo aver riempito due bustone di carta che, per la cronaca, devo ancora andare a depositare nel contenitore  per la raccolta diferenziata, ho deciso di sistemare anche tutti gli articoli di cancelleria. Ho buttato via almeno una dozzina di penne che non scrivevano più e altrettante matite ormai intemperabili.
Persa in tale frenetica attività di buttaggiovia ho ritrovato un foglietto che avevo, ai tempi credo dell’esame di latino, conservato, con su scritta questa frase:

M’ero aspettato che il dottore, studiandomi, scoprisse il veleno che inquinava il mio sangue.
Invece egli dichiarò di trovarmi sanamente costituito.

Questa potrei averla scritta io in una vita precedente, ma chissà perchè nel mio reincarnarmi porto sempre con me questa mente malata.

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Poi ci sono giorni  in cui ti senti un pò più fiducioso, pensi di potercela fare ad affrontarla la vita e che in un modo o nell’altro te la caverai, ok te la fai sotto dalla paura ma la voglia di provare a farcela è più forte.
Allora pancia in dentro, petto in fuori, e vai avanti, le gambe ti tremano spaventosamente ma in qualche modo fai finta di niente e speri che gli altri non se ne accorgano, ma soprattutto speri  che tu riesca a far finta di niente, che poi a camminare così ti ci abitui e magari diventi pure bravo!




primavera non bussa lei entra sicura

come il fumo lei penetra in ogni fessura

che paura che voglia che ti prenda per mano

che paura che voglia che ti porti lontano

    
(Fabrizio De Andrè)

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Jelinek confessa

Quando risolvo un sudoku sbircio la soluzione.

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Beh

Avevo pensato di scrivere un post su quello che sta succedendo in Italia, sul fatto che hanno preso la spazzatura che da prima di Natale era depositata fuori dal viale di casa mia, su come la camorra ci sguazzi in questi piaghe sociali, su come si pretenda di far risolvere problemi sedimentati da decenni di corruzione, malgoverno e chi più ne ha più ne metta  in pochi mesi, chè io non voglio difendere Bassolino, no, assolutamente, però in questo momento di crisi è facile dire che la colpa è sua e che lui deve fare qualcosa. Lui deve fare qualcosa, soprattutto lui, ma non solo lui, e la colpa è anche sua ma non solo sua. Quindi non mi venissero a strumentalizzare quello che per i cittadini onesti è solo un enorme e tremendo disagio, si prendessero tutti la loro fetta di responsabilità e collaborassero nella misura in cui per tutti è possibile, che qui per anni si sono riempite le discariche coi rifiuti delle altre regioni andando ad arricchire i clan camorristici, adesso tocca a tutti fare la loro parte perchè questo non è un problema di noi napoletani ma dello stato e degli italiani tutti.

Poi volevo dire la mia su Mastella e famiglia, su personaggi che stanno lì a polemizzare sul come certe cose siano venute fuori e non sulle cose in sè che sono venute fuori. Cioè, faccio un esempio, io ho rubato, ma quando mi scoprono io non mi preoccupo del fatto di dovermi difendere perchè sono colpevole di furto, no, io mi preoccupo di polemizzare sul come mi abbiano scoperto, mostrando in ciò un’ammissione implicita di colpa e con questa una giustificazione della colpa stessa.

Che poi parliamo di Mastella, e wow, ce ne sarebbe da dire, ma non sottovalutiamo il teatrino dei vari Fini e Casini che fino a qualche giorno fa si cantavano peste e corna vicendevolmente e poi, quando si itravede un barlume di poltrona sotto il loro baciato fondoschiena, allora di nuovo tutti uniti insieme a quel buffone criminale di Berlusconi.

Ma la mie parole sono vuote, non hanno importanza, non sono che uno sfogo di una cittadina che vorrebbe solo sentirsi rappresentata da una classe politica più dignitosa, più seria, meno "pagliaccia", viscida, immorale. E non lo dico con lo spirito di mandare tutti a cagare che poi sul palco ci facciamo salire Grillo, no, io penso che basterebbe dare il potere a persone che vivono nella legalità, che mostrano competenza e serietà, ad una classe politica nuova, fondata su valori, che abbia una coscienza storica e politica. Ma in Italia quelli così non ci piacciono, e penso che in fondo ce li meritiamo anche questi politicanti da quattro soldi.

Ahi serva Italia, di dolore ostello,  nave senza nocchiero in gran tempesta

(Dante Alighieri)

o meglio ancora

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.

Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore…
ma non vi danno un po’ di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po’ da vivere…
La primavera intanto tarda ad arrivare.
(Franco Battiato)

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Se vi va

http://www.petitiononline.com/386864c0/petition.html

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