X AGOSTO
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
(Giovanni Pascoli)
Da piccola la sapevo a memoria, e mi metteva una tristezza acuta, anche perchè era la sera dell’onomastico del mio papà e pensare alla morte di un papà proprio quella sera mi metteva ancora più tristezza….
Non capisco perchè quando ero piccola imparavo a memoria un sacco di robe tristissime tratte da un’antologia della letteratura italiana di mio padre che avrò letto un miliardo di volte.
E così sapevo a memoria anche il passo dei Promessi sposi de La madre di Cecilia:
scendeva dalla soglia di uno di quesgli usci una donna… e non ricordo più.
E poi Pianto antico di Carducci: l’albero a cui tendevi la pargoletta mano del verde melograno dai bei vermigli fior…
una tragedia!!!
Insomma ero triste pure da piccola io… e poi ci si stupisce che legga Sylvia Plath! Con questi precedenti lo credo bene! Per non parlare del fatto che la mia adolescenza è stata nel periodo in cui spopolava Masini tra noi ragazzine e cantavamo "Disperato" o altre amenità simili che ho fortunatamente rimosso.