Archivi del mese: agosto 2007

Un'altra emozione che mi ha regalato la vacanza:

andare al cinema ed essere una dei due spettatori presenti in sala, l’altro era lui, naturalmente.
Non che di solito quando vado al cinema ci sia la folla, innanzitutto perchè tendenzialmente evito i multisala preferendo i piccoli cinemini, e poi perchè i film che vado a vedere non sono dei più gettonati dal pubblico, dunque, come dicevo, sono abituata ad un’atmosfera "privata".
Ma sinceramente essere l’unica coppia in sala metteva un pò di tristezza, certo abbiamo potuto scegliere i posti migliori, certo potevamo ridere o fare i nostri commenti idioti senza subire le occhiatacce del caso, ma insomma… la pizzeria accanto era affollatissima!!! Non eravamo in capo al mondo!

Il tizio del cinema ci ha guardato con occhio quasi contrariato, secondo me anche lui preferiva chiudere e mangiarsi un gelato lì accanto!

Per la cronaca il film era Follia

Il libro era molto molto meglio…

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Rieccomi

Beh, in efetti sono tornata ieri sera, ma dopo un viaggio avventuroso (ci è scoppiata una ruota sull’autostrada, non vi dico che peripezie per uscire, trovare un gommista, farci spillare 80 euro e ritornare a Napoli), l’incontro ravvicinato con la suocera che ha fatto anche la battutina "vi aspetto al varco" che per lei era una battuta, mentre trattavasi di tragica verità, e ci ha fatto trovare tutti i nostri spazi ispezionati che manco la Stasi e tutto da risistemare, il cane  he non ci ha calcolati manco di striscio perchè sempre la cara suocera in tanto cucinava kg di carne all’aglio, un caldo micidiale, insomma sono cascata a letto.

Le vacanze sono state simili a quelle di sempre, stessa spiaggia stesso mare dove non ho fatto neanche un bagno perchè io non mi metto in costume of course! Nonostante lui continui a ripetermi allo sfinimento che in spiaggia esistono centinaia di donne più grasse di me che con disinvoltura sfoggiano bikini e quanto altro e che io starei bene in costume da bagno, ma lasciamo perdere…

Ho letto tantissimo, per la cronaca Un anno sull’Altipiano (E. Lussu), Il resto di niente (E. Striano), e libri della mia amatissima Jelinek: Le amanti, La voglia e Bambiland che sto ancora leggendo.
Mi sono riposata abbastanza e ho perso un sacco di soldi al poker perchè io mi ostino a giocarci anche se sono una pessima giocatrice.

Insomma, niente di entusiasmante, poca ma buona intimità con lui (sarà il fascino del proibito, del non poter fare rumore o che ne so!), soliti sorrisi di ordinanza in famiglia, qualche passeggiata nei dintorni e tanta aria di mare la sera.

E adesso si riparte, speriamo bene.

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Vado via

per qualche giorno, un pò dai miei, un pò dai suoi al mare.

Un saluto ai lettori di questo blog e un augurio a tutti di buone vacanze… quelle che restano!

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Due film molto belli che ho visto in questi giorni

   


Perchè quando vedo un film per me è come viaggiare nel tempo e nello spazio, mi affeziono ai personaggi e li tengo per un pò con me.

Intanto sto facendo più o meno in questo blog il resoconto dei film che vedo e dei libri che leggo, ma, da folle e fissata come sono, sto meditando di fare un database con excel per tenerli ordinati e catalogati.
Il problema non sarà tanto quello di catalogare i film e i libri che vedo quanto quelli che ho letto e visto tempo fa, ma ci proverò lo stesso.
Morirò pazza, lo so, e l’ho sempre saputo…

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L'anguria e il 15 agosto



Credo che ormai leggendo un pò il mio blog sia abbastanza chiaro il fatto che io non sono affatto una persona tradizionalista, anzi!
E soprattutto se proprio di tradizioni volessimo parlare beh, per me, da piccola, il 15 agosto non era Ferragosto ma l’Assunta, e nel paese si faceva la processione (si fa ancora, sono io che non vado più!) e la mattina si andava a messa, anche se in fondo lo si faceva ogni domenica, ma all’Assunta era solenne come a Natale o a Pasqua,  ci si metteva il vestito nuovo – comprato in saldo – e la mamma e il papà dicevano che oggi era festa in tutto il mondo, e che chi moriva in questo giorno andava direttamente in Paradiso, e stranamente nel mio paese qualcuno moriva sempre il 15 agosto. E poi andavamo a mangiare da nonna e la sera venivano i cantanti e le bancarelle con le noccioline o le caramelle gommose, e quelle dei giocattoli, perchè il comitato festeggiamenti dell’Assunta era uno dei più ricchi fra i vari dei santi che ci sono tuttora e che vengono a svegliarti la domenica mattina per fare la loro colletta. E io mi incazzo tremendamente a vedere mia madre dare loro sempre un euro o due e ricevere in cambio la solita immaginetta che poi d’inverno mio padre brucia nel fuoco recitando la formula come santo ti adoro e come carta di brucio, che altrimenti a casa dei miei ci dovrebbe essere una stanza solo per contenerle tutte quelle immaginette.

Col passar degli anni tutti questi sono diventati dei ricordi, e  alle volte pensare alla mia infanzia mi fa ancora venire le lacrime agli occhi per la commozione, però come mi sento più libera di sentire che per me adesso l’unica tradizione di Ferragosto è quella di mangiare una bella fettazza di anguria.

E quest’anno ce ne staremo da soli a casa io e lui, a fare quello che ci pare e… cacchio, mi sono scordata di comprare l’anguria! Per frutta mangeremo pesche. Oppure pere.

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Io mi chiedo come cazzo facciamo

Come cazzo facciamo a vivere la nostra vita borghese e a stare qui a parlare del tempo, della moda, della linea, delle mille stronzate che affollano i discorsi di tutti, le pagine di questo blog del cavolo e di tutti gli altri blog del cavolo del mondo.
Mi domando come si fa a vivere così come viviamo noi: coi paraocchi, sotto una campana di vetro come quelle bolle che fanno cadere la neve se le agiti in un piccolo e miope mondo.
Perchè non è giusto, non è possibile, non è ammissibile che una persona debba morire così, che una vita debba finire così, che nel 2007 coesista un coglione come Valentino Rossi e un ragazzo che alla sua stessa età è nato solo troppi paralleli più giù, una rompiballe come me a lagnarsi del fatto che si vede grassa e una ragazza che non ha nemmeno l’idea di potersi fare di questi problemi.

E lo so che sono ripetitiva, retorica, inutile. Inutile fondamentalmente.

E già fra dieci minuti andrò a stendermi sul letto a leggere i miei libri o a  stringermi fra le sue braccia a respirare il suo respiro e riempirmi di affetto, gioia, amore e tutto quello che di bello lui mi dà. Ed è giusto che mi dia queste cose, non è questo, ma non è giusto che io possa essere così serena, avere tante cose, e altri no.

Mi chiedo solo come è possibile che la vita scorra così, e siamo tutti responsabili di non fare nulla perché le differenze di questo mondo, le ingiustizie, i problemi non vengano risolti.

Non è giusto.

E poi il papa che si mette lì a pensare di giudicare l’etica altrui, certo, perché la sua invece di persona che vede tutta questa sofferenza  e sì che potrebbe lui far qualcosa col potere immane che si trova a gestire, e tutti i politici che hanno la possibilità di fare guerre, di decidere le sorti del mondo e il prezzo del petrolio, ma una vita umana non vale altrettanto.

E lo so che sto tirando fuori una montagna di banalità, ma stasera non riesco ad essere serena, e le cose mi vengono fuori da sole, e mi sento responsabile e allo stesso tempo tremendamente inutile ed ipocrita.

In ogni caso parlavo di questo (nemmeno su lsito di Repubblica la cosa è in primo piano, naturalmente c’è la faccia del povero Valentino Rossi of course!): www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/immigrati/lampedusa-cadaveri/lampedusa-cadaveri.html

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Sono giorni un pò così…

Sospesi fra un dolce far niente  e un continuo annaspare fra sogni, idee, spunti, decisioni più o meno importanti da prendere.

Intanto ho mille acciacchi che sembro una novantenne, mentre sono solo il frutto di un anno di stress, vita sedentaria e trascuratezza dei piccoli disturbi. Così alla vigilia di ferragosto mi trovo con una carie che dà fastidio, una parestesia degli arti superiori che mi impedisce di fare le cose, mal di testa altalenanti e generalmente mi sento tutta anchilosata.

Fra qualche giorno si parte per il mare, andiamo dalla di lui paterna famiglia, che diciamo è la meno peggio fra le varie che ci troviamo con cui dover scendere a compromessi, che qua se vogliamo vivere insieme, con gli stipendi da fame che abbiamo, dobbiamo per forza star dietro all’uno e all’altro…

Ieri giravamo per il centro, o meglio andavamo in biblioteca per le ultime ricerche sempre della sua tesi da consegnare a breve, e in città, nella città semideserta, si respirava una brutta aria, un’intolleranza strisciante, un nervosismo permeante… già in treno e sull’autobus si sono sfiorate almeno un paio di liti fra l’anziano rimasto in città e l’extracomunitario che viene sopportato ancor meno del solito, e anch’io in treno, anche se mi siedo sempre accanto a loro che sono infinitamente più educati e sostanzialmente meno rompiballe dei miei concittadini, ne sopportavo a stento il cattivo odore, che ieri tutti indistintamente puzzavano un accidenti, o ero io che già sono ipersensibile alla minima puzza la amplificavo col mio nervoso.

Non lo so cos’ho, non dormo bene, faccio incubi, mi sveglio all’alba a pensare… son di un  umore ancora più altalenante del solito, il tutto condito magna cum malinconia et nostalgia non so di che, non so per cosa e un generoso pizzico di apatia.
Forse sarà lo stress, ormai tutti dicono così.
Magari è vero che ho solo bisogno di staccare un pò.

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Chi avrebbe mai detto di riuscire a trovare un punto in comune fra Jelinek (ovvero io) e ninetepopodimeno che Rita Dalla Chiesa

Partiamo dall’inizio, ovvero dal fatto che quando vado ad un concerto che mi emoziona particolarmente nelle settimane successive ascolto quell’artista più del solito, e nonostante siano passati parecchi giorni sono ancora in modalità Battiato ON.
Ieri a pranzo io e il mio lui abbiamo visto il dvd de
La cura live , e proprio su quest’ultima canzone che trovo molto bella  anche se un tantino inflazionata ci siamo fatto un sacco di risate e poi i nostri soliti commenti da pseudo- critici- intellettualoidi.

Tante risate perché oltre ai soliti passaggi surreali tipo il fatto che lui bellebbuono si trova a vagare per i campi del Tennessee trovavamo divertente il sometimes finale sussurrato quasi a mezzavoce – per la serie : io ti ho promesso l’impossibile, di superare le correnti gravitazionali, di portarti silenzio e pazienza ecc ma poi dopo essersi cotanto sbilanciato si ridimensiona nel senso che insomma queste promesse valgono una tantum, non è che poi chissà che ci si aspetti! (e sì lo so che abbiamo un modo di divertirci molto inter nos!!!)

Passando poi alle riflessioni ci dicevamo che alcuni passi della canzone sembrano scritti proprio in riferimento ad una donna esattamente stile me: piena di paure e di ipocondrie, desiderosa di sentirsi protetta ecc, e anche se queste sono caratteristiche che hanno molte donne diciamo che la canzone mi calzerebbe a pennello.

Ed è stato qui che ho avuto il flashback: ovvero settimane fa leggevo  (perché io DEVO leggere tutto il leggibile che mi capita a portata di mano, sia la confezione del latte che la critica della ragion pura) un settimanale orrendo che mia madre compra spesso, doveva essere Intimità o Confidenze, insomma qualcuno del genere e c’era l’angolo della posta di Rita Dalla Chiesa in cui lei rispondeva ad una lettrice che le chiedeva consigli sull’amore di cercare un uomo che la facesse sentire come la donna a cui viene dedicata La cura. E che lei da un uomo voleva sentirsi dire cose del genere. Wow, a questo punto ho realizzato che io e Rita Dalla Chiesa abbiamo qualcosa in comune, e la cosa mi angoscia alquanto.

Stamattina invece mentre facevo le pulizie vestita solo con la sua (di lui) t-shirt e i capelli acconciati in modo improbabile ho messo su Baglioni, il disco più kitsch che avevo in casa, e cantavo a squarciagola insieme a lui… 


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X agosto

X AGOSTO

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!

(Giovanni Pascoli)

Da piccola la sapevo a memoria, e mi metteva una tristezza acuta, anche perchè era la sera dell’onomastico del mio papà e pensare alla morte di un papà proprio quella sera mi metteva ancora più tristezza….

Non capisco perchè quando ero  piccola imparavo a memoria un sacco di robe tristissime tratte da un’antologia della letteratura italiana di mio padre che avrò letto un miliardo di volte.

E così sapevo a memoria anche il passo dei Promessi sposi de La madre di Cecilia:

scendeva dalla soglia di uno di quesgli usci una donna… e non ricordo più.

E poi Pianto antico di Carducci: l’albero a cui tendevi la pargoletta mano del verde  melograno dai bei vermigli fior…

una tragedia!!!

Insomma ero triste pure da piccola io… e poi ci si stupisce che legga Sylvia Plath! Con questi precedenti lo credo bene! Per non parlare del fatto che la mia adolescenza è stata nel periodo in cui spopolava Masini tra noi ragazzine e cantavamo "Disperato"  o altre amenità simili che ho fortunatamente rimosso.

 

 

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La vita sognata degli angeli

Oggi l’ho rivisto per la terza o quarta volta.
E mi ha commosso più del solito a dire il vero.

La realtà è dura, si sa, e come altro luogo comune potrei anche dire che non sempre tutto va come vorremmo ed è difficile vedere i nostri sogni che si avverano come credevamo sarebbe successo da bambini.
Però mi chiedo perchè io non riesco a smettere di crederci che ci riuscirò a fare quello che mi piace.
E così oggi ho disertato il call center.
Certo domani ci torno, ma per oggi è vacanza. E vado a fargli un pò di coccole!

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